Il fuoco di D’Annunzio

Il fuoco è probabilmente uno dei romanzi meno conosciuti di Gabriele D’Annunzio ma, per me, esso è il più bello e il più rappresentativo. In esso c’è tutta l’espressività dell’uomo D’annunzio ma c’è anche tanto altro. Leggetelo e poi, come vi chiedo sempre, fatemi sapere se vi è piaciuto e le impressioni che avete avuto.

Naturalmente, per i divoratori di libri come me, eccovi qualche altro suggerimento di lettura:

Il re di Girgenti

Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia

Boccamurata

Diario di un dolore

Tempo di lettura stimato: 3 minutes

Alcuni dettagli essenziali

Autore: Gabriele D’Annunzio

Titolo: Il Fuoco

Editore: Mondadori

Data di pubblicazione: 1995

Pagine: 359

Piccole riflessioni su “Il fuoco” e D’Annunzio

Difficile scrivere di D’Annunzio in poche righe. Troppo complesso il personaggio, il poeta, l’oratore, il nevrotico esaltatore di se stesso.

Egli, infatti, da un lato incarna una delle figure più affascinanti della storia della nostra letteratura e, dall’altro, rappresenta il vate “contemporaneo” più amato ed odiato.

Ma chi era D’Annunzio? Era realmente un Dorian Gray italiano?

Difficile dare una risposta a queste domande come, altrettanto difficoltoso, è “ricercare” il linguaggio più consono ed adeguato per presentare un romanzo in cui forte predomina, divenendone quasi la protagonista, l’arte dello scrivere.

Manierismo, simbolismo, liricismo, classicismo, estetismo, superomismo: sono questi gli elementi che rendono unica l’espressione dannunzianesimo.

Il fuoco, primo e unico dei Romanzi del Melograno, pubblicati nel marzo del 1900, come già esprime il titolo stesso, raffigura ed allude al prepotere distruggitore e creatore e all’indomabilità del fuoco. Esso, inteso come simbolo della creatività dell’artefice, narra sullo sfondo voluttuosa e decadente Venezia, la storia dell’amore di Stelio Effrena per la Foscarina.

Sintesi de “Il fuoco”

Il romanzo, come hanno notato conclamati critici, è scopertamente autobiografico perché vi è adombrata la storia dell’amore del poeta per l’attrice Eleonora Duse.

La Foscarina-Duse, nell’opera, rappresenta per il “superuomo” Stelio Effrena-D’Annunzio la musa ispiratrice, la carica vitale, la catalizzatrice della sua creatività artistica. La donna, come si evince nella seconda parte del romanzo, se da un lato esalta la sua potenza spirituale e sensuale, dall’altro simboleggia l’amore tra l’artefice e l’artista, tra chi crea l’arte e chi la porta al cuore del pubblico.

Ma estremamente interessante è tutta l’intera prima parte del romanzo: l’epifania del fuoco. Essa è costituita, per intero, da una serie di immagini volte a celebrare l’arte in ogni sua forma. Viene esaltata dapprima l’arte della parola e la sua potenza evocatrice e poi la musica e la sua straordinaria suggestione e infine l’architettura e le arti figurative.

Il tutto, naturalmente, per celebrare una vera e propria “alchimia del verbo”!

Che dirvi se non…LEGGETELO!

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