Miei cari amici di penna,
tra le facoltà dell’autore vi è quella di stabilire il contesto temporale della sua opera letteraria.
L’autore può decidere il periodo storico, la stagione e anche l’ora esatta del giorno o della notte in cui far nascere, agire e morire i suoi personaggi.
La traccia del tempo, assieme a quella dell’ambiente, è quanto ti più caratterizzante ci sia per creare un’atmosfera, nonché per disporre le condizioni adatte allo svolgimento della storia.
L’autore può viaggiare nel tempo.
Ma prima di proseguire, per chi volesse, qui può trovare qualche altro suggerimento di scrittura:
Il punto di vista del narratore
La voce della parola scritta: il dialogo
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Indice
I quattro elementi che fissano il tempo della narrazione
Gli elementi relativi al tempo che tratteremo come aspetti tecnici della scrittura creativa sono quattro e, come ogni altro strumento del mestiere, fanno parte del bagaglio indispensabile di ogni aspirante scrittore: flashback, flashforward, tempi verbali e punteggiatura.
Naturalmente, non fatevi intimorire dalle parole scritte in inglese. A breve tutto vi sarà più chiaro e le parole straniere appena citate prenderanno forma e significato.
Il flashback
Che cos’è esattamente il flashback?
E’ un termine usato spesso in letteratura e nel cinema: indica semplicemente uno sguardo all’indietro, verso una scena che si è svolta in precedenza, un balzo nel passato rispetto al presente narrativo.
La funzione primaria di un salto temporale in una narrazione è quella di dare al lettore delle informazioni, necessarie alla comprensione globale della storia, che non potrebbero accompagnare di pari passo la sequenza degli avvenimenti.
- Non esagerare con troppi “salti”
L’inconveniente della manipolazione del tempo sta nel fatto che il flusso narrativo viene interrotto e il lettore è distolto, sia pur momentaneamente, dallo svolgimento lineare dell’azione. Occorre quindi fare molta attenzione a cercare di limitarsi all’uso del flashback assicurandosi che sia particolarmente significativo e pertinente alla storia, altrimenti rischia di apparire come una digressione gratuita e poco gradita al lettore.
- Dove inserire il flasback
Affinché il flashback entri a far parte della narrazione e porti avanti il lettore nella storia, bisogna inserirlo con tempismo: cioè quando il lettore possiede un numero sufficiente di elementi per essere incuriosito e volerne sapere di più su come i personaggi sono giunti a quel punto.
Idealmente, un flashback dovrebbe apparire soltanto quando risulta connesso a un personaggio che il lettore conosce bene.
Il modo più naturale per introdurre un flashback è quello di farlo attraverso il racconto dei personaggi che rivelano qualcosa del loro passato durante una conversazione.
Il flashforward
Il flashforward è l’opposto del flashback: un balzo in avanti nel tempo, un’anticipazione del futuro narrativo. L’esistenza dell’uno implica necessariamente l’esistenza dell’altro, anche se di solito si considera soltanto il il flashback come tale, perché il flashforward è…tutto ciò che non è il flashback, ovvero tutto il resto della storia.
I tempi verbali e la punteggiatura
Un’azione può essere descritta in diversi tempi e modi verbali che ne accelerano oppure ne rallentano lo svolgimento. Le voci del verbo andare “va” e “andò” suonano più immediate di “andava” o “sta/stava andando”. Il passato remoto (ma nella narrativa recente anche il passato prossimo) è il tempo “normale” per raccontare una storia, mentre l’imperfetto e i tempi progressivi composti danno l’idea di un’azione di una certa durata e rallentano il “tempo” della narrazione. Viceversa, il ritmo accelera se, nel mezzo di un racconto al passato, l’autore inserisce un presente che fa risaltare l’azione come immediata.
- Il ritmo paratattico: efficacia ed eccessi
Anche la punteggiatura e la lunghezza del periodo hanno un effetto sul tempo di un testo narrativo. Le frasi brevi sono generalmente più chiare.
Un corpo narrativo si muove più spedito da un punto all’altro, oppure tra due frasi parallele coordinate da una “o” oppure da una “e”.
E’ bene usare consapevolmente la punteggiatura e i tempi verbali per conferire alla narrazione il ritmo che più le si addice.
Una regola generale consiste nell’accelerare i tempi quando non succede niente di importante e nel rallentare il ritmo nei momenti di maggiore tensione.