L’eredità di Villa Freiberg di Romina Casagrande, prolifica e talentuosa scrittrice altoatesina, è uno di quei romanzi che non può non essere letto. Dentro c’è tutto: Storia, letteratura, vita.
E per chi volesse altri suggerimenti di lettura:
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Indice
Alcuni dettagli essenziali
Autore: Romina Casagrande
Titolo: L’eredità di Villa Freiberg
Editore: Garzanti
Data pubblicazione: 2023
Pagine: 340
Prezzo: 18,60 euro
Piccole riflessioni iniziali sull’autrice
Leggo Romina Casagrande sin dai suoi esordi e non c’è suo romanzo che non mi abbia portato ad esplorare l’animo umano. Forse a causa della sua penna delicata e sensibile o forse perché, semplicemente, non c’è sua pagina intrisa di inchiostro che non sappia di vita e che non mi abbia indotto a riflettere, a meditare, a toccare con mano il reale.
Romina Casagrande non ha scritto e non scrive soltanto romanzi storici, ma non c’è suo romanzo che non sia pregno del fascino della sua terra, del suo Alto Adige. L’eredità di Villa Freiberg però, assieme a I bambini di Svevia e I bambini del bosco, tutti pubblicati da Garzanti, hanno una marcia in più.
E la marcia in più non è solo dovuta alla crescita professionale di questa prolifica e talentuosa scrittrice, ma alla delicatezza, alla sensibilità, alla raffinatezza del suo scrivere anche quando affronta temi scottanti, roventi, brucianti, che mettono in risalto l’umana barbarie.
I temi de “L’eredità di Villa Freiberg”
Ed è di umana barbarie che si parla all’interno di questo romanzo!
L’eredità di Villa Freiberg affronta in modo coraggioso e attento il delicatissimo tema del programma Aktion T4 di eugenetica nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. Che cos’è Aktion T4? E’ la deportazione nelle cliniche naziste di tutte quelle persone affette da disabilità fisiche o psichiche che venivano reputate un ostacolo, un problema, affinché si arrivasse alla creazione e alla purezza della razza ariana.
Malgrado se ne parli poco i dati storici ci dicono che in quegli anni più di 200.000 persone furono uccise in queste cliniche e oltre 400.000 sterilizzate. In queste cliniche di morte e di orrore innumerevoli vite umane vennero sottoposte ad esperimenti e torture indicibili ed è bene sottolineare che a subirle non non furono soltanto uomini e donne, ma anche bambini.
Ed è di queste vittime innocenti, attraverso uno dei protagonisti, che l’autrice ci parla all’interno di questo romanzo ambientato durante uno dei periodi più bui della nostra Storia.
Che cosa ci insegna “L’eredità di Villa Freiberg”
Una storia che, in questo caso, non ci parla di battaglie, di conflitti a fuoco, di combattimenti tra Stati contrapposti, ma di gente comune che ha vissuto il dramma di una guerra anche da altri punti di vista, da altre prospettive: la prospettiva di coloro a cui spesso non viene data voce. Eppure quella “voce” esiste, è reale e noi non possiamo far finta di non sentirla perché ci arreca dolore.
Villa Freiberg, nella realtà Villa Freischütz, non è un luogo di fantasia, ma è una dimora dell’Alto Adige in cui grandi atrocità sono avvenute. E sta a noi non dimenticare, ricordare, portare sempre alla luce, affinché eventi simili non accadano più.
Romina Casagrande con questo romanzo è riuscita a farmi piangere, a farmi versare lacrime amare, perché attraverso le sue pagine mi ha fatto vivere il dramma dei suo protagonisti. Protagonisti che hanno un nome (Emma, Kiki, Benjamin, ecc.) e a cui se ne aggiungono tanti, tantissimi altri, ossia quella di tutti coloro che quella brutta pagina della nostra Storia l’hanno vissuta.
Grazie Romina Casagrande per questa storia struggente e carica di tanta tensione emotiva…