Perché si legge?

Perché si legge

Che cosa ci spinge alla lettura? La voglia di aprire infinite finestre sul mondo o il bisogno di evasione? O il “semplice” desiderio di conoscenza? E chi scrive perché legge? Patrick Dewitt , autore del romanzo L’uomo che amava i libri, ci dà una sua motivazione. Scopriamola insieme e se vi va, leggete Riflessioni sulla scrittura creativa per comprendere l’importanza della lettura per chi scrive.

Tempo di lettura stimato: 3 minutes

La teoria sul perché della lettura secondo Dewitt

“Che senso ha leggere? Perché si legge?

Perché io leggo? Certo, c’è l’elemento dell’evasione, che è qualcosa di molto reale…il conforto che ne deriva è reale. Ma leggiamo in qualche modo anche per fare i conti con la casualità di ritrovarci al mondo.

Leggere un libro scritto da una mente capace di acute osservazioni e di compassione significa saper cogliere il paesaggio umano in tutti i suoi dettagli più insoliti, portando il lettore a dire: si, le cose stanno proprio cosi, solo che io non sarei mai stato in grado di descriverle. Si raggiunge un senso di fratellanza che ci induce a pensare di non essere soli.

qualche volta la voce di un autore ci risulta familiare fin dalla prima pagina, fin dal primo paragrafo, anche se magari è vissuto in un altro Paese, in un altro secolo”.

Patrick Dewitt, L’uomo che amava i libri, pp.24-25

Il perché si legge per uno scrittore

Miei cari amici di penna, mi ero già soffermata sull’importanza della lettura per chi vuole approcciarsi al mondo della scrittura, al mondo della carta stampata, ma credo non sia mai abbastanza ricordarlo.

Spesso, dalla lettura viene fuori una sorta di eco che ci induce a farci riscoprire la bellezza e la meraviglia del nostro leggere, del nostro soffermarci sulle pagine intrise di inchiostro e, perché no, a farci scoprire (o riscoprire) anche il senso del nostro scrivere. Uno scrivere che viene sempre orientato da un’emozione, da un evento, da un sentimento che ha scosso il nostro animo e ci ha portato ad impugnare una penna e rendere partecipi gli altri del nostro sentire.

Chi scrive e chi legge…

Non sempre è semplice e non sempre saremo capaci di dar voce alle parole e donare loro un alito di vita.

Le parole prenderanno vita solo se saremo capaci di far vibrare le corde di un cuore che si accorda sincronicamente, come un diapason, al nostro.

La scrittura non è mai un semplice esercizio di stile, come non è mai un susseguirsi di parole che riempiono pagine di inchiostro in maniera asettica, fredda, impersonale. Le pagine risulteranno piene, calde, dense di significato solo se saremo capaci di empatizzare con chi ci legge, con chi condivide assieme a noi un pensiero, una pulsione, uno slancio emotivo.

Ed è come incamminarsi in un sentiero che non sai mai dove ti porterà, ma con la consapevolezza che ne uscirai arricchito.

2 thoughts on “Perché si legge?

  1. Bel pezzo, Tina, brava. Purtroppo, mancano i buoni lettori, quelli che desiderano anche impegnarsi un po’, oltreché ricrearsi.

    1. Grazie Patrizia! Purtroppo, spesso e volentieri, anche chi scrive, legge poco o quasi niente senza rendersi conto che solo il confronto con i capisaldi della letteratura ci può dare le basi per scrivere bene. Per non parlare poi dell’arricchimento interiore che ci arriva con la lettura. Io spero sempre che i buoni lettori arrivino.

Comments are closed.